L’Adriano in Siria, Venezia, Bettinelli, 1733

 SCENA III
 
 SABINA, poi ADRIANO, indi AQUILIO
 
 SABINA
 Chi sa? Quando lontana
 Emirena sarà, forse ritorno
 farà 'l mio sposo al primo amor. Non dura
 senz'esca il fuoco; e inaridisce il fiume
660separato dal fonte onde partissi.
 ADRIANO
 Emirena mio ben... (Numi che dissi!) (Vuol partire)
 SABINA
 Perché fuggi Adriano? Un sol momento
 non mi negar la tua presenza; e poi
 torna al tuo ben se vuoi.
 ADRIANO
                                              Come! Supponi...
665Qual è dunque il mio ben?
 SABINA
                                                   Conosco ancora
 del mio caro Adriano
 in quei detti confusi il cor sincero.
 Ingannarmi non sai. No, non celarmi
 quell'onesto rossor. Tu non sai quanto
670grato mi sia. Non arrossisce in volto
 chi non vede il suo fallo. E chi lo vede
 è vicino all'emenda.
 ADRIANO
                                       Oh dio!
 SABINA
                                                        Sospiri!
 Lascia me sospirar. Numi del cielo,
 chi creduto l'avria? L'onor di Roma,
675l'esempio degli eroi, la mia speranza,
 Adriano incostante!
 È possibile? È ver? Chi ti sedusse?
 Parla. Di'. Come fu?
 ADRIANO
                                        Che vuoi ch'io dica,
 se tutto mi confonde? Ah lascia queste
680moderate querele.
 Dimmi pure infedele,
 chiamami traditor, sfogati. Io veggo
 ch'hai ragion d'insultarmi. I merti tuoi,
 gli scambievoli affetti,
685le cento volte e cento
 replicate promesse io mi rammento.
 Ma che pro? Non son mio. Conosco, ammiro
 la tua virtù, la tua bellezza e pure
 non ho cor per amarti. Odio me stesso
690per l'ingiustizia mia. So ch'è dovuta
 una vendetta a te. Vuoi la mia morte?
 Svenami. È giusto. Io non m'oppongo. Aspiri
 a svellermi dal crin l'augusto alloro?
 Lo depongo in tua man. Saria felice
695suddito a sì gran donna il mondo intero.
 SABINA
 Ah domando il tuo core e non l'impero.
 ADRIANO
 Era tuo questo cor. S'io lo difesi,
 se a te volli serbarlo
 il ciel lo sa. Ne chiamo
700tutti, o Sabina, in testimonio i numi.
 Le bellezze dell'Asia
 eran vili per me. Freddo ogni sguardo
 a paragon de' tuoi
 lunga stagion credei che fosse.
 SABINA
                                                         E poi...
 ADRIANO
705E poi... Non so. Di mia virtù sicuro
 trascurai le difese
 ed amor mi sorprese. Ero nel campo,
 pieno d'una vittoria
 e caldo ancor de' bellicosi sdegni,
710quando condotta innanzi
 mi fu Emirena. Ad un diverso affetto
 è facile il passaggio
 quando è l'alma in tumulto. Io la mirai
 carica di catene
715domandarmi pietà, bagnar di pianto
 questa man che stringea, fissarmi in volto
 le supplici pupille
 in atto così dolce... Ah se in quell'atto
 rimirata l'avessi a me vicina,
720parrei degno di scusa anche a Sabina.
 SABINA
 Ah questo è troppo. Abbandonar mi vuoi;
 hai coraggio di dirlo; in faccia mia
 ostenti la beltà che mi contrasta
 del tuo core il possesso; e non ti basta.
725Pretenderesti ancora
 per non vederti afflitto
 ch'io facessi la scusa al tuo delitto.
 E dove mai s'intese
 tirannia più crudele? Il premio è questo
730che ho da te meritato?
 Barbaro! Mancator! Spergiuro! Ingrato!
 ADRIANO
 (Son fuor di me!)
 SABINA
                                   (Che dissi!) Ah no, perdona
 l'oltraggiose querele. Ire son queste
 che nascono d'amor. Come a te piace
735di me disponi. Instabile o costante
 sarai sempre il mio ben. Chi sa? Lo spero.
 Verrà, verrà quel giorno
 che ripensando a chi fedel t'adora
 forse dirai... Ma sarò morta allora. (Siede)
 AQUILIO
740(Qui Sabina!) (In disparte)
 ADRIANO
                              (Io non posso
 più vederla penar. Cedo a quel pianto,
 mi sento intenerir). Sabina hai vinto.
 a' tuoi lacci felici
 tornerò, sarò tuo.
 AQUILIO
                                  (Stelle!)
 SABINA
                                                    Che dici?
 ADRIANO
745Che son vinto, che cedo,
 che ti rendo il mio core.
 SABINA
                                              Ah non lo credo.
 AQUILIO
 (Qui bisogna un riparo).
 SABINA
 S'Emirena una volta
 torni a veder...
 ADRIANO
                              Non la vedrò.
 SABINA
                                                         Ma puoi
750di te fidarti?
 ADRIANO
                           Ho risoluto e tutto
 si può quando si vuole.
 AQUILIO
                                             a' piedi tuoi (Ad Adriano)
 l'afflitta prigioniera
 inchinarsi desia. Non ti ritrova
 e lung'ora ti cerca.
 SABINA
                                    (Ecco la prova).
 ADRIANO
755No, Aquilio, io più non deggio
 Emirena veder. Tempo una volta
 è pur ch'io mi rammenti
 la mia fida Sabina.
 SABINA
                                      (O cari accenti!)
 AQUILIO
 È giustizia e dover. Ma che domanda
760la povera Emirena? A lei si niega
 quel che a tutti è concesso! È serva, è vero,
 ma pur nacque regina.
 ADRIANO
 Veramente, Sabina,
 par crudeltà non ascoltarla.
 SABINA
                                                    Oh dio!
 ADRIANO
765No. Se non vuoi non mi vedrà. Ma... temo...
 Tu che faresti in un egual periglio,
 nel caso mio?
 SABINA
                            Non chiederei consiglio.
 ADRIANO
 E ben parta Emirena
 senza vedermi. Aquilio
770gliene rechi il comando.
 AQUILIO
                                              Ah che dirai
 povera principessa! (Facendosi artificiosamente sentire)
 ADRIANO
                                        Olà. Che parli?
 AQUILIO
 Nulla, signor. Volo a ubbidirti.
 ADRIANO
                                                          Aspetta. (Pensa)
 Meglio è che il suo destino
 sappia dalla mia voce.
775L'ascoltarla un momento alfin che nuoce?
 SABINA
 
    Ah ingrato, m'inganni (S’alza)
 nel darmi speranza;
 giurando costanza
 mi torni a tradir.
 
780   La fiamma novella
 scordarti non sai.
 T'aggiri, sospiri,
 cercando la vai.
 Lontano da quella
785ti senti morir. (Parte)