L’Adriano in Siria, Venezia, Bettinelli, 1733

 SCENA VI
 
 Deliziosa per cui si passa a’ serragli di fiere.
 
 EMIRENA e poi SABINA e FARNASPE
 
 EMIRENA
 
    Che fa il mio bene?
820Perché non viene?
 Veder mi vuole
 languir così?
 
    Oggi è pur lento
 nel corso il sole!
825Ogni momento
 mi sembra un dì.
 
 SABINA
 Ecco la sposa tua. (A Farnaspe)
 FARNASPE
                                    Bella Emirena.
 EMIRENA
 Sei pur tu caro prence? Il credo a pena.
 FARNASPE
 Alfin ben mio...
 SABINA
                                Di tenerezze adesso
830tempo non è. Convien salvarsi. È quella
 l'opportuna alla fuga,
 non frequentata, oscura via. L'amico
 Lentulo a me la palesò. Non molto
 lunge dal primo ingresso
835si parte in due. Guida la destra al fiume,
 la sinistra alla reggia. A voi conviene
 evitar la seconda. Andate amici.
 Sicuri a' vostri lidi
 la fortuna vi scorga, amor vi guidi.
 EMIRENA
840Pietosa Augusta.
 FARNASPE
                                 Eccelsa donna, e come
 render mercé...
 SABINA
                               Poco desio. Pensate
 qualche volta a Sabina e fra le vostre
 felicità, se pur vi torno in mente,
 esigga il mio martiro
845dalla vostra pietà qualche sospiro.
 
    Volga il ciel felici amanti
 sempre a voi benigni rai;
 né provar vi faccia mai
 il destin della mia fé.
 
850   Non invidio il vostro affetto
 ma vorrei che in qualche petto
 la pietà, ch'io mostro a voi,
 si trovasse ancor per me. (Parte)