Adriano in Siria, Parigi, Quillau, 1755, I

 SCENA XIV
 
 SABINA e poi EMIRENA
 
 SABINA
 Senti... Come mi lascia!
 Che disprezzo crudel! Tutto si soffra.
 Seguiamo i passi suoi. (In atto di partire)
 EMIRENA
                                             Soccorso. Aita,
490Sabina.
 SABINA
                  Eterni dei!
 Mancava ad insultarmi anche costei.
 EMIRENA
 Che avvenne, Augusta?
 SABINA
                                             E a me lo chiedi? Intendo;
 vuoi che de' tuoi trionfi
 t'applaudisca il mio labbro. È vero, è vero,
495son que' begli occhi tuoi
 rei di mille ferite. A lor talento
 si sconvolgono i regni. Ognun t'adora;
 ti cede ogni beltà. Sparta non vanti
 la combattuta greca. Ostenta ancora
500le maraviglie sue l'età novella;
 tu sei l'Elena nostra; e Troia è quella. (Accenna le fiamme)
 EMIRENA
 Ah qual senso nascoso
 celano i detti tui?
 SABINA
 Farnaspe tel dirà. Chiedilo a lui. (Parte)