Adriano in Siria, Parigi, Quillau, 1755, II

 SCENA III
 
 ADRIANO ed AQUILIO
 
 ADRIANO
920Aquilio, che ottenesti?
 AQUILIO
 Nulla, signore; è risoluta e vuole
 partir Sabina.
 ADRIANO
                             Ah se sdegnata è meco,
 ha gran ragion.
 AQUILIO
                               Ma moderate a segno
 son le querele sue che d'altro amante
925la credo accesa. Io giurerei che serve
 l'incostanza d'Augusto
 di pretesto alla sua.
 ADRIANO
                                      No; non mi piace
 questa soverchia pace. Andiamo a lei.
 AQUILIO
 Ma signor ti scordasti
930del re de' Parti. Il mio consiglio accetti;
 vuoi tentar di placarlo; a te lo chiami;
 ei vien; t'attende; e nel compir l'impresa
 ti confondi e vacilli!
 ADRIANO
                                       Ah tu non sai
 qual guerra di pensieri
935agita l'alma mia. Roma, il Senato,
 Emirena, Sabina,
 la mia gloria, il mio amor, tutto ho presente;
 tutto accordar vorrei; trovo per tutto
 qualche scoglio a temer. Scelgo, mi pento;
940poi d'essermi pentito
 mi ritorno a pentir; mi stanco intanto
 nel lungo dubitar, tal che dal male
 il ben più non distinguo; alfin mi veggio
 stretto dal tempo e mi risolvo al peggio.
 AQUILIO
945Eh finisci una volta
 di tormentar te stesso. Hai quasi in braccio
 la bella che sospiri e non ardisci
 di stringerla al tuo seno! Io non ho core
 di vederti soffrir. Vado de' Parti
950ad introdurre il re.
 ADRIANO
                                     Senti. E se poi...
 AQUILIO
 Non più dubbi signor.
 ADRIANO
                                           Fa' quel che vuoi. (Aquilio parte)