Adriano in Siria, Torino, Reale, 1757, I

 SCENA XIII
 
 SABINA, poi AQUILIO, indi ADRIANO, tutti con seguito
 
 SABINA
 E nessuno sa dirmi
 se sia salvo il mio sposo? Aquilio, ah dove,
 dov'è Cesare?
 AQUILIO
                             Almeno
460lasciami respirar.
 SABINA
                                   Dove s'aggira?
 Parla.
 AQUILIO
              Ma s'io nol so.
 SABINA
                                          Questo è lo stile
 del gregge adulator che adora il trono,
 non il monarca. Infin ch'è il ciel sereno,
 tutti gli siete intorno e lo seguite;
465se s'intorbida il ciel, tutti fuggite.
 AQUILIO
 Eccolo. Non sdegnarti.
 SABINA
 Augusto, io torno in vita.
 ADRIANO
 Emirena vedesti? (A Sabina)
 SABINA
                                     Io te cercai.
 ADRIANO
 Emirena dov'è? (Ad Aquilio)
 AQUILIO
                                 Ne corro in traccia
470né ancor m'avvengo in essa.
 ADRIANO
 Misera principessa! (In atto di partire)
 SABINA
                                        Odi. E non miri
 come cresce l'incendio? Ah tu non pensi
 al riparo, signor.
 ADRIANO
                                 Le accese mura
 si dirocchino, Aquilio, acciò non passi
475alle intatte la fiamma. (Con fretta come sopra)
 AQUILIO
                                            All'opra io volo. (Parte Aquilio)
 SABINA
 Ma Cesare...
 ADRIANO
                          (Che pena!) (Con impazienza)
 SABINA
                                                   E di te stesso
 prendi sì poca cura? Ove t'inoltri
 fra' notturni tumulti? Un traditore
 non potresti incontrar? Forse che ad arte
480fu desto questo incendio. Il reo si scopra
 pria di fidarti.
 ADRIANO
                              È già scoperto il reo.
 Lo conosco. È Farnaspe. Amor lo spinse
 all'atto disperato; in mezzo all'opra
 fu colto da' custodi; è fra catene;
485non v'è più da temer. (Tutto con fretta partendo)
 SABINA
                                           Dunque lo stolto...
 ADRIANO
 (Se non trovo Emirena, io nulla ascolto). (Parte)