Adriano in Siria, Torino, Reale, 1757, II

 SCENA IX
 
 FARNASPE, ADRIANO con ispada nuda e seguito di guardie dalla strada suddetta. OSROA ed EMIRENA in disparte
 
 ADRIANO
 Fermati traditor. (Incontrandosi in Farnaspe)
 FARNASPE
                                   Numi, che veggo! (Si ferma stupido)
 ADRIANO
 Impedite ogni passo
760alla fuga, o custodi. (Alle guardie)
 FARNASPE
                                       Io son di sasso.
 EMIRENA
 (Ah! Siam scoperti). (S’avanza ad ascoltare)
 ADRIANO
                                         Istupidisci, ingrato,
 perché vivo mi vedi? A me credesti
 di trafiggere il sen. L'empio disegno
 con voci ingiuriose
765nel ferir palesasti.
 EMIRENA
                                    (Ecco l'errore.
 Colui che si nascose è il traditore).
 ADRIANO
 Perfido, non rispondi? A che venisti?
 Qual disegno t'ha mosso?
 Chi sciolse i lacci tuoi? Parla.
 FARNASPE
                                                       Non posso.
 ADRIANO
770Non puoi? Si tragga a forza
 nel carcere più nero il delinquente.
 EMIRENA
 Fermatevi; sentite; egli è innocente. (Si scuopre con impeto)
 FARNASPE
 Aimè!
 EMIRENA
               Tra quelle fronde
 il traditor s'asconde. Eccolo... (S’incammina verso Osroa)
 FARNASPE
                                                        Oh dio!
775Ferma.
 EMIRENA
                 Vedilo, Augusto. (Accennando Osroa che s’avanza)
 OSROA
                                                 È ver, son io.
 EMIRENA
 Ah padre! (Resta immobile)
 ADRIANO
                       Il re de' Parti
 in abito romano! E quanti siete,
 scellerati, a tradirmi?
 OSROA
                                          Io solo, io solo
 ho sete del tuo sangue. Il colpo errai;
780ma se mi lasci in vita,
 il fallo emenderò.
 ADRIANO
                                   Così fra l'ombre
 assalirmi, infedel? Coglier l'istante
 che inciampo e cado al suol?
 OSROA
                                                      Barbara sorte!
 Ecco l'inganno. Il tuo seguace ad arte
785cader doveva e tu cadesti a caso.
 Onde confuso il segno
 l'un per l'altro svenai.
 ADRIANO
                                          Questa mercede,
 barbaro, tu mi rendi? Oppresso e vinto
 t'invito, t'offerisco
790di Roma l'amistà...
 OSROA
                                     Sì, questo è il nome,
 empi, con cui la tirannia chiamate;
 ma poi servon gli amici e voi regnate.
 ADRIANO
 Siam del giusto custodi. Al giusto serve
 chi compagni ci vuol, non serve a noi;
795ma la giustizia è tirannia per voi.
 OSROA
 E chi di lei vi fece
 interpreti e custodi? Avete forse
 ne' celesti congressi
 parte co' numi? O siete i numi istessi?
 ADRIANO
800Se non siam numi, almeno
 procuriam d'imitargli; e il suo costume
 chi co' numi conforma agli altri è nume.
 OSROA
 Numi però voi siete
 avidi dell'altrui; rapite i regni;
805vaneggiate d'amor; volete oppressi
 gl'innocenti rivali,
 tradite le consorti...
 ADRIANO
                                      Ah! Troppo abusi
 della mia sofferenza. Olà, ministri,
 in carcere distinto alla lor pena
810questi rei custodite.
 FARNASPE
                                       Anche Emirena?
 ADRIANO
 Sì; ancor l'ingrata.
 FARNASPE
                                     Ah! Che ingiustizia è questa?
 Qual delitto a punir ritrovi in lei?
 ADRIANO
 
    Tutti nemici e rei,
 tutti tremar dovete;
815perfidi, lo sapete
 e m'insultate ancor?
 
    Che barbaro governo
 fanno dell'alma mia
 sdegno, rimorso interno,
820amore e gelosia!
 Non ha più furie Averno
 per lacerarmi il cor. (Parte)