Adriano in Siria, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA IV
 
 ADRIANO, poi OSROA ed AQUILIO
 
 ADRIANO
 Che dir può il mondo? Alfine
 il conservar la vita
 è ragion di natura; e in tanta pena
955io viver non saprei senza Emirena.
 OSROA
 Che si chiede da me?
 ADRIANO
                                          Che il re de' Parti
 sieda e m'ascolti. E, se non pace, intanto
 abbia triegua il suo sdegno. (Siede)
 OSROA
 A lunga sofferenza io non m'impegno. (Siede)
 AQUILIO
960(Del mio destin si tratta).
 ADRIANO
                                                 Osroa, nel mondo
 tutto è soggetto a cambiamento; e strano
 saria che gli odi nostri
 soli fossero eterni. Alfin la pace
 è necessaria al vinto,
965utile al vincitor. Fra noi mancata
 è la materia all'ire. Il fato avverso
 tanto ti tolse, e tanto
 mi diè benigno il ciel che non rimane
 né che vincere a noi
970né che perdere a te.
 OSROA
                                       Sì; conservai
 l'odio primiero, onde mi resta assai.
 AQUILIO
 (Che barbara ferocia!)
 ADRIANO
                                            Ah non vantarti
 d'un ben che posseduto
 tormenta il possessor. Puoi meglio altronde
975il tuo fasto appagar. Sappi che sei
 arbitro tu del mio riposo, appunto
 qual son io de' tuoi giorni. Ordina in guisa
 gli umani eventi il ciel che tutti a tutti
 siam necessari; e il più felice spesso
980nel più misero trova
 che sperar, che temer. Sol che tu parli,
 la principessa è mia. Sol ch'io lo voglia,
 tu sei libero e re. Facciamo, amico,
 uso del poter nostro
985a vantaggio d'entrambi. Io chiedo in dono
 da te la figlia e t'offerisco il trono.
 AQUILIO
 (Tremo della risposta).
 ADRIANO
                                             E ben che dici?
 Tu sorridi e non parli? (Ad Osroa)
 OSROA
                                             E vuoi ch'io creda
 sì debole Adriano?
 ADRIANO
                                     Ah! Che purtroppo,
990Osroa, io lo son. Dissimular che giova?
 Se la bella Emirena
 meco non vedo in dolce nodo unita,
 non ho ben, non ho pace e non ho vita.
 OSROA
 Quando basti sì poco
995a renderti felice, io son contento;
 che si chiami la figlia.
 ADRIANO
                                           Accetti dunque
 le offerte mie?
 OSROA
                              Chi ricusar potrebbe?
 ADRIANO
 Ah! Tu mi rendi, amico,
 il perduto riposo. Aquilio, a noi
1000la principessa invia.
 AQUILIO
 Ubbidito sarai. (Sabina è mia). (Parte)
 ADRIANO
 Ora a viver comincio. Olà; togliete (Escono due guardie)
 quelle catene al re de' Parti.
 OSROA
                                                     Ancora
 non è tempo, Adriano. Io goderei
1005prima de' doni tuoi che tu de' miei.
 ADRIANO
 Van riguardo. Eseguite (Alle guardie)
 il cenno mio.
 OSROA
                           Non è dover. Partite. (Partono le guardie)
 ADRIANO
 Dal peso ingiurioso io pur vorrei
 vederti alleggerir.
 OSROA
                                    Son sì contento,
1010pensando all'avvenir, ch'io non lo sento.
 ADRIANO
 E pur non viene. (Guardando per la scena)
 OSROA
                                   Impaziente anch'io
 ne sono al par di te.
 ADRIANO
                                       La principessa
 io vado ad affrettar. (S’alza)
 OSROA
                                        No; già s'appressa. (S’alza trattenendolo)