Adriano in Siria, Parigi, Hérissant, 1780

 SCENA VII
 
 EMIRENA e poi FARNASPE
 
 EMIRENA
1090Misera, a qual consiglio
 appigliarmi dovrò?
 FARNASPE
                                      Corri, Emirena. (Con fretta)
 EMIRENA
 Dove?
 FARNASPE
                Ad Augusto.
 EMIRENA
                                         E perché mai?
 FARNASPE
                                                                      Procura
 che il comando rivochi
 contro il tuo genitore.
 EMIRENA
1095Qual è?
 FARNASPE
                  Vuol che, traendo
 delle catene sue l'indegna soma,
 vada...
 EMIRENA
                A morte?
 FARNASPE
                                    No. Peggio.
 EMIRENA
                                                           E dove?
 FARNASPE
                                                                            A Roma.
 EMIRENA
 E che posso a suo pro?
 FARNASPE
                                            Va', prega, piangi,
 offriti sposa ad Adriano; obblia
1100i ritegni, i riguardi,
 le speranze, l'amor. Tutto si perda
 e il re si salvi.
 EMIRENA
                            Egli pur or m'impose
 d'odiar Cesare sempre.
 FARNASPE
                                             Ah tu non devi
 un comando eseguir dato nell'ira
1105ch'è una breve follia. Dobbiamo, o cara,
 salvarlo suo malgrado.
 EMIRENA
                                           Ad altri in braccio
 andar dunque degg'io? Tu lo consigli?
 E con tanta costanza?
 FARNASPE
                                          Ah principessa,
 tu non vedi il mio cor. Non sai qual pena
1110questo sforzo mi costa. Allorch'io parlo,
 non ho fibra nel seno
 che non senta tremar; stilla di sangue
 non ho che per le vene
 gelida non mi scorra. Io so che perdo
1115l'unico ben per cui
 m'era dolce la vita. Io so che resto
 afflitto, disperato,
 grave agli altri ed a me. Ma l'Asia tutta
 che direbbe di noi, se Osroa perisse,
1120quando possiam salvarlo? Anima mia,
 sacrifichiamo a questo
 necessario dover la nostra pace.
 Va'. Consorte d'Augusto
 il grado più sublime
1125occupa della terra. Un gran sollievo
 per me sarà quel replicar talora
 nel mio dolor profondo:
 «Chi diè legge al mio cor dà legge al mondo».
 EMIRENA
 Ah! Se vuoi ch'io consenta
1130a perderti, ben mio, deh non mostrarti
 così degno d'amor.
 FARNASPE
                                     Bella mia speme,
 no, non mi perdi. Infin ch'io resti in vita,
 t'amerò, sarò tuo, sol però quanto
 la gloria tua, la mia virtù concede;
1135lo giuro a' numi tutti e a que' bei lumi
 che per me son pur numi. E tu... Ma dove
 mi trasporta l'affanno? Ah! Che ci manca
 anche il tempo a dolerci. Osroa perisce,
 mentre pensiamo a conservarlo.
 EMIRENA
                                                             Addio.
 FARNASPE
1140Ascoltami.
 EMIRENA
                       Che vuoi?
 FARNASPE
                                            Va'... Ferma... Oh dei!
 Vorrei che mi lasciassi e non vorrei.
 EMIRENA
 
    Oh dio! Mancar mi sento,
 mentre ti lascio, o caro.
 Oh dio! Che tanto amaro
1145forse il morir non è.
 
    Ah! Non dicesti il vero,
 ben mio, quando dicesti
 che tu per me nascesti,
 ch'io nacqui sol per te. (Parte)