Adriano in Siria, Parigi, Hérissant, 1780

    L’Adriano, ridotto dall’autore nella forma antecedente, da esso esclusivamente preferita, dovendo essere rappresentato alla corte di Madrid, in occasione del solenne giorno natale di Ferdinando VI, ebbe aggiunta la seguente licenza.
 
  Al suono di lieta e strepitosa sinfonia si scuopre la luminosa reggia del Sole. Comparisce il nume assiso su l’aureo suo carro in atto di trattenere gli ardenti corsieri. S’affollano d’intorno a lui le ore, le stagioni e gli altri geni suoi ministri e seguaci; ed egli finalmente prorompe ne’ sensi seguenti.
 
 LICENZA
 
 Lo so, tacete, ore seguaci. Al corso
 voi m'affrettate invan. Dal cielo ibero
 non sperate ch'io parta in sì gran giorno.
 So ben che il mio ritorno
1290dell'opposto emisfero
 già l'inquieto abitator sospira;
 so che, già desto, ammira
 l'ostinata sua notte, il pertinace
 scintillar delle stelle e la dimora
1295della sorda a' suoi voti infida aurora;
 ma il soffra in pace; e pensi
 ch'oggi nasce un Fernando. Antica in cielo
 solenne legge è questa;
 perché nascan gli Alcidi, il sol s'arresta.
 
1300   Ma d'esser non pretenda
 uguale al nume ispano,
 benché l'eroe tebano
 pur m'arrestò così.
 
    La differenza intenda
1305chi dilatar mi vide
 la notte per Alcide
 ma per Fernando il dì.
 
 FINE