L’olimpiade, Vienna, van Ghelen, 1733

 SCENA PRIMA
 
 ARISTEA ed ARGENE
 
 ARGENE
485Ed ancor della pugna
 l'esito non si sa!
 ARISTEA
                                No, bella Argene.
 È pur dura la legge, onde n'è tolto
 d'esserne spettatrici!
 ARGENE
                                         Ah che sarebbe
 forse pena maggior veder chi s'ama
490in cimento sì grande e non potergli
 porger soccorso, esser presente...
 ARISTEA
                                                              Io sono
 presente ancor lontana. Anzi mi fingo
 forse quel che non è. Se tu vedessi
 come sta questo cor! Qui dentro, amica,
495qui dentro si combatte; e più che altrove
 qui la pugna è crudele. Ho innanzi agli occhi
 Megacle, la palestra,
 i giudici, i rivali; io mi figuro
 questi più forti e quei men giusti. Io pruovo
500doppiamente nell'alma
 ciò che or soffre il mio ben, gli urti, le scosse,
 gl'insulti, le minacce... Ah che presente
 solo il ver temerei ma il mio pensiero
 fa ch'io tema lontana il falso e 'l vero.
 ARGENE
505Né ancor si vede alcun. (Guardando per la scena)
 ARISTEA
                                              Né alcuno... Oh dio! (Turbata)
 ARGENE
 Che avvenne?
 ARISTEA
                             Oh come io tremo!
 Come palpito adesso!
 ARGENE
                                          E la cagione?
 ARISTEA
 È deciso il mio fato.
 Vedi Alcandro che arriva.
 ARGENE
                                                 Alcandro, ah corri, (Verso la scena)
510consolane, che rechi?