L’olimpiade, Vienna, van Ghelen, 1733

 SCENA V
 
 AMINTA solo
 
 AMINTA
590Insana gioventù! Qualora esposta
 ti veggo tanto agl'impeti d'amore
 di mia vecchiezza io mi consolo; e rido.
 Dolce è il mirar dal lido
 chi sta per naufragar. Non che ne alletti
595il danno altrui ma sol perché l'aspetto
 d'un mal che non si soffre è dolce oggetto.
 Ma che? L'età canuta
 non ha le sue tempeste? Ah che purtroppo
 ha le sue proprie e dal timor dell'altre
600sciolta non è. Son le follie diverse
 ma folle è ognuno; e a suo piacer ne aggira
 l'odio o l'amor, la cupidigia o l'ira.
 
    Siam navi all'onde algenti
 lasciate in abbandono;
605impetuosi venti
 i nostri affetti sono;
 ogni diletto è scoglio;
 tutta la vita è mar.
 
    Ben qual nocchiero in noi
610veglia ragion; ma poi
 pur dall'ondoso orgoglio
 si lascia trasportar. (Parte)