L’olimpiade, Vienna, van Ghelen, 1733

 SCENA VII
 
 ARISTEA e detti
 
 ARISTEA
                                 (All'odiose nozze (Non vede Megacle)
 come vittima io vengo all'ara avanti).
 LICIDA
 (Sarà mio quel bel volto in pochi istanti).
 CLISTHENE
 Avvicinati, o figlia, ecco il tuo sposo. (Ha per mano Megacle)
 MEGACLE
675(Ah non è ver).
 ARISTEA
                               Lo sposo mio! (Stupisce vedendo Megacle)
 CLISTHENE
                                                           Sì. Vedi
 se giammai più bel nodo in ciel si strinse.
 ARISTEA
 (Ma se Licida vinse,
 come il mio bene?... Il genitor m'inganna).
 LICIDA
 (Crede Megacle sposo e se ne affanna).
 ARISTEA
680E questi, o padre, è il vincitor? (Additando Megacle)
 CLISTHENE
                                                           Mel chiedi?
 Non lo ravvisi al volto
 di polve asperso? All'onorate stille
 che gli rigan la fronte? A quelle foglie
 che son di chi trionfa
685l'ornamento primiero?
 ARISTEA
 Ma che dicesti Alcandro?
 ALCANDRO
                                                Io dissi il vero.
 CLISTHENE
 Non più dubbiezze. Ecco il consorte a cui
 il ciel t'accoppia; e nol potea più degno
 ottener dagli dei l'amor paterno.
 ARISTEA
690(Che gioia!)
 MEGACLE
                          (Che martir!)
 LICIDA
                                                      (Che giorno eterno!)
 CLISTHENE
 E voi tacete! Onde il silenzio? (A Megacle ed Aristea)
 MEGACLE
                                                         (Oh dio!
 Come comincerò!)
 ARISTEA
                                     Parlar vorrei
 ma...
 CLISTHENE
             Intendo. Intempestiva
 è la presenza mia. Severo ciglio,
695rigida maestà, paterno impero
 incommodi compagni
 sono agli amanti. Io mi sovvengo ancora
 quanto increbbero a me. Restate. Io lodo
 quel modesto rossor che vi trattiene.
 MEGACLE
700(Sempre lo stato mio peggior diviene).
 CLISTHENE
 
    So ch'è fanciullo Amore
 né conversar gli piace
 con la canuta età.
 
    Di scherzi ei si compiace;
705si stanca del rigore;
 e stan di rado in pace
 rispetto e libertà. (Parte)