L’olimpiade, Vienna, van Ghelen, 1733

 SCENA III
 
 MEGACLE ed ARGENE
 
 MEGACLE
 Deh secondate o numi
 la pietà d'Aristea. Chi sa se 'l padre
1105però si placherà! Troppa ragione
 ha di punirlo. È ver, ma della figlia
 lo vincerà l'amore. E se nol vince?
 Oh dio, potessi almeno
 veder come l'ascolta. Argene, io voglio
1110seguitarla da lungi.
 ARGENE
                                      Ah tanta cura
 non prender di costui. Vedi che il cielo
 è stanco di soffrirlo. Al suo destino
 lascialo in abbandono.
 MEGACLE
 Lasciar l'amico! Ah così vil non sono.
 
1115   Lo seguitai felice
 quand'era il ciel sereno;
 alle tempeste in seno
 voglio seguirlo ancor.
 
    Come dell'oro il fuoco
1120scuopre le masse impure,
 scuoprono le sventure
 de' falsi amici il cuor. (Parte)