Il Demetrio, Vienna, van Ghelen, 1731

 IL DEMETRIO
 
 
    Drama per musica da rappresentarsi nella cesarea corte per il nome gloriosissimo della sacra cesarea e cattolica real maestà di Carlo VI, imperadore de’ Romani sempre augusto, per comando della sacra cesarea e cattolica real maestà di Elisabetta Cristina, imperadrice regnante, l’anno MDCCXXXI.
    La poesia è del signor abbate Pietro Metastasio, poeta di sua maestà cesarea e cattolica. La musica è del signor Antonio Caldara, vicemaestro di capella di sua maestà cesarea e cattolica.
    Vienna d’Austria, appresso Giovanni Pietro van Ghelen, stampatore di corte di sua maestà cesarea e regia cattolica.
 
 
 ARGOMENTO
 
    Demetrio Sotere re di Siria scacciato dal proprio regno dall’usurpatore Alessandro Bala morì esule fra i Cretensi che solo gli rimasero amici nell’avversa fortuna. Prima però della sua fuga consegnò bambino il picciolo Demetrio suo figlio a Fenicio, il più fedele fra i suoi vassalli, perché lo conservasse all’opportunità della vendetta. Crebbe ignoto a sé stesso il principe reale sotto il finto nome d’Alceste un tempo fra le selve, dove la prudenza di Fenicio il nascose alle ricerche del suddetto Alessandro, e poi in Seleucia appresso all’istesso Fenicio che fece destramente comparire generosità di genio il debito della sua fede. Divenne in breve il creduto Alceste l’ammirazione del regno, tal che fu sollevato a gradi considerabili nella milizia dal suo nemico Alessandro ed ardentemente amato da Cleonice figlia del medesimo, principessa degna di padre più generoso. Quando parve tempo all’attentissimo Fenicio, cominciò a tentar l’animo de’ vassalli, facendo destramente spargere nel popolo che il giovane Demetrio viveva sconosciuto. A questa fama, che dilatossi in un momento, i Cretensi si dichiararono difensori del legitimo principe. Ed Alessandro per estinguer l’incendio prima che fosse maggiore, tentò debellarli ma fu da loro vinto ed ucciso. In questa pugna ritrovossi Alceste per necessità del suo grado militare né per qualche tempo si ebbe in Seleucia più notizia di lui. Onde la morte d’Alessandro tanto desiderata da Fenicio avvenne in tempo inopportuno ai suoi disegni, sì perché Alceste non era in Seleucia, come perché conobbe in tale occasione che l’ambizione dei grandi, de’ quali ciascuno aspirava alla corona, avrebbe fatto passar per impostore il legitimo erede. Perciò sospirandone il ritorno e sollecitando occultamente il soccorso de’ Cretensi, sospese la publicazione del suo segreto. Intanto si convenne fra i pretensori che la principessa Cleonice da loro riconosciuta per regina eleggesse fra loro uno sposo. Questa differì lungamente la scelta sotto vari pretesti, per attender la venuta d’Alceste, il quale opportunamente ritorna, quando l’afflitta regina era sul punto d’eleggere. Quindi per vari accidenti scoperto in Alceste il vero Demetrio, ricupera la corona paterna.
    La scena è in Seleucia.
 
 
 PERSONAGGI
 
 CLEONICE regina di Siria, amante corrisposta di
 ALCESTE che poi si scopre Demetrio re di Siria
 FENICIO grande del regno, tutore di Alceste e padre di
 OLINTO grande del regno e rivale di Alceste
 BARSENE confidente di Cleonice e amante occulta di Alceste
 MITRANE capitano delle guardie reali e amico di Fenicio
 
    Comparse: guardie sire per Cleonice, grandi del regno con la medesima, soldati siri per Mitrane, soldati greci ed un ambasciatore greco con Olinto, marinari greci per Alceste, paggi con Cleonice, paggi con Barsene
 
 
 MUTAZIONI DI SCENE
 
    Nell’atto primo: gabinetto illuminato, con sedia e tavolino da un lato con sopra scettro e corona; luogo magnifico con trono da un lato, sedili in faccia al suddetto trono per li grandi del regno, vista in prospetto del gran porto di Seleucia con molo e navi illuminate per solennizzare l’elezzione del nuovo re; giardino interno del palazzo reale.
    Nell’atto secondo: galleria; camera con sedia.
    Nell’atto terzo: portico della regia, corrispondente alle sponde del mare, con barca e marinari pronti per la partenza d’Alceste; appartamenti terreni di Fenicio dentro la regia; gran tempio dedicato al Sole con ara e simulacro del medesimo nel mezzo e trono da un lato.
    Le scene furono rara invenzione del signor Antonio Galli Bibiena, secondo ingegnere teatrale di sua maestà cesarea e cattolica.
 
 
 BALLI
 
    Nell’atto primo di guardiani della galleria e cortegiani.
    Nell’atto secondo di marinari.
    Nell’atto terzo di custodi del tempio del Sole.
    Il primo e terzo ballo fu vagamente concertato dal signor Alessandro Phillebois, maestro di ballo di sua maestà cesarea e cattolica.
    Il secondo ballo fu altresì vagamente concertato dal signor Simon Pietro Levassori della Motta, maestro di ballo di sua maestà cesarea e cattolica, con l’arie per i suddetti balli del signor Niccola Matteis, direttore della musica instrumentale di sua maestà cesarea e cattolica.