Adriano in Siria, Parigi, Hérissant, 1780

 ADRIANO IN SIRIA
 
 
    Rappresentato con musica del Caldara la prima volta in Vienna nell’interno gran teatro della corte cesarea alla presenza degli augustissimi sovrani, il dì 4 novembre 1731, per festeggiare il nome dell’imperator Carlo VI, d’ordine dell’imperatrice Elisabetta.
 
 
 ARGOMENTO
 
    Era in Antiochia Adriano e già vincitore de’ Parti, quando fu sollevato all’impero. Ivi fra gli altri prigionieri ritrovavasi ancora la principessa Emirena, figlia del re superato, dalla beltà della quale aveva il nuovo cesare mal difeso il suo cuore, benché promesso da gran tempo innanzi a Sabina, nipote del suo benefico antecessore. Il primo uso, ch’egli fece della suprema potestà, fu il concedere generosamente la pace a’ popoli debellati e l’invitare in Antiochia i principi tutti dell’Asia ma particolarmente Osroa, padre della bella Emirena. Desiderava egli ardentemente le nozze di lei ed avrebbe voluto che le credesse ogni altro un vincolo necessario a stabilire una perpetua amistà fra l’Asia e Roma. E forse il credeva egli stesso, essendo errore purtroppo comune, scambiando i nomi alle cose, il proporsi come lodevol fine ciò che non è se non un mezzo onde appagar la propria passione. Ma il barbaro re, implacabil nemico del nome romano, benché ramingo e sconfitto, disprezzò l’amichevole invito e portossi sconosciuto in Antiochia come seguace di Farnaspe, principe a lui tributario cui sollecitò a liberare e con preghiere e con doni la figlia prigioniera, ad esso già promessa in isposa, per poter egli poi, tolto un sì caro pegno dalle mani del suo nemico, tentar liberamente quella vendetta che più al suo disperato furor convenisse. Sabina intanto, intesa l’elezione del suo Adriano all’impero e nulla sapendo de’ nuovi affetti di lui, corse impaziente da Roma in Siria a trovarlo ed a compir seco il sospirato imeneo. Le dubbiezze di Cesare fra l’amore per la principessa de’ Parti e la violenza dell’obbligo che lo richiama a Sabina, la virtuosa tolleranza di questa, l’insidie del feroce Osroa, delle quali cade la colpa su l’innocente Farnaspe, e le smanie d’Emirena ne’ pericoli or del padre, or dell’amante ed or di sé medesima, sono i moti fra’ quali a poco a poco si riscuote l’addormentata virtù d’Adriano che, vincitore alfine della propria passione, rende il regno al nemico, la consorte al rivale, il cuore a Sabina e la sua gloria a sé stesso (Dione Cassio, libro XIX; Spartianus, In vita Hadriani caesaris).
 
 INTERLOCUTORI
 
 ADRIANO imperadore, amante di Emirena
 OSROA re de’ Parti, padre di Emirena
 EMIRENA prigioniera d’Adriano, amante di Farnaspe
 SABINA amante e promessa sposa d’Adriano
 FARNASPE principe parto, amico e tributario d’Osroa, amante e promesso sposo di Emirena
 AQUILIO tribuno, confidente d’Adriano ed amante occulto di Sabina
 
    L’azione si rappresenta in Antiochia.