Temistocle, Parigi, Quillau, 1755

 TEMISTOCLE
 
 
 ARGOMENTO
 
    Fu l’ateniese Temistocle uno de’ più illustri capitani della Grecia. Conservò egli più volte alla patria col suo valore e co’ suoi consigli e l’onore e la libertà; ma dopo la celebre battaglia di Salamina, nella quale con forze tanto ineguali fugò e distrusse l’innumerabile armata di Serse, pervenne a così alto grado di merito, che gl’ingrati cittadini d’Atene, o temendolo troppo potente o invidiandolo troppo glorioso, lo discacciarono da quelle mura medesime che aveva egli poc’anzi liberate e difese. E considerando poscia quanto i risentimenti di tal uomo potessero riuscir loro funesti, cominciarono ad insidiarlo per tutto, desiderosi d’estinguerlo. Non si franse in avversità così grandi la costanza del valoroso Temistocle. Esule, perseguitato e mendico non disperò difensore ed ardì di cercarlo nel più grande fra’ suoi nemici. Andò sconosciuto in Persia; presentossi all’irritato Serse e palesatosi a lui, lo richiese coraggiosamente d’asilo. Sorpreso il nemico re dall’intrepidezza, dalla presenza e dal nome di tanto eroe, legato dalla fiducia di quello nella sua generosità, e trasportato dal contento di tale acquisto, invece d’opprimerlo, siccome aveva proposto, l’abbracciò, lo raccolse, gli promise difesa e caricollo di ricchezze e d’onori. Non bastò tutta la moderazione di Temistocle nella felicità, per sottrarlo alle nuove insidie della fortuna. Odiava Serse implacabilmente il nome greco ed immaginavasi che non men di lui odiar lo dovesse Temistocle, dopo l’offesa dell’ingiustissimo esilio. Onde gl’impose che fatto condottiere di tutte le forze de’ regni suoi eseguisse contro la Grecia le comuni vendette. Inorridì l’onorato cittadino e procurò di scusarsi. Ma Serse che dopo tanti benefici non attendeva un rifiuto da lui, ferito dall’inaspettata repulsa, volle costringerlo ad ubbidire. Ridotto Temistocle alla dura necessità o di essere ingrato al suo generoso benefattore o ribelle alla patria, determinò d’avvelenarsi per evitar l’uno e l’altro. Ma sul punto d’eseguire il funesto disegno, il magnanimo Serse, innamorato dell’eroica sua fedeltà ed acceso d’una nobile emulazione di virtù, non gl’impedì solo d’uccidersi ma giurò inaspettatamente quella pace alla Grecia che tanto fin a quel giorno era stata da lei desiderata invano e richiesta (Cornelio Nepote).
    La scena si rappresenta in Susa.
 
 
 INTERLOCUTORI
 
 SERSE re di Persia
 TEMISTOCLE
 ASPASIA, NEOCLE suoi figliuoli
 ROSSANE principessa del sangue reale, amante di Serse
 LISIMACO ambasciadore de’ Greci
 SEBASTE confidente di Serse