Siroe re di Persia, Roma, Leone, 1727

 SIROE RE DI PERSIA
 
 
    Drama per musica da rappresentarsi nel teatro detto delle Dame nel carnovale dell’anno 1727, presentato alla maestà di Clementina, regina della Gran Brettagna, eccetera.
    Si vendono a Pasquino nella libreria di Pietro Leone, all’insegna di San Giovanni di Dio.
    In Roma, per il Bernabò, con licenza de’ superiori.
 
 Madama,
    avendo il nostro primo drama del presente anno goduto l’onore di comparire alla luce sotto gli autorevoli auspici del re consorte di vostra maestà, par ben giusto che questo secondo non debba invidiare la gloria del primo. Ripieni pertanto di quell’ardire che ci viene insinuato dal nostro sommo rispetto, ne facciamo umile offerta alla maestà vostra; e supplicandola del suo clementissimo real gradimento, nel farle profondissimo inchino ci protestiamo di vostra maestà umilissimi, devotissimi, ossequiosissimi servitori.
 
    Li padroni del teatro
 
 
 ARGOMENTO
 
    Cosroe II re di Persia trasportato da soverchia tenerezza per Medarse suo minor figliuolo giovane di fallaci costumi volle associarlo alla corona, defraudandone ingiustamente Siroe suo primogenito principe valoroso ed intolerante, il quale fu vendicato di questo torto dal popolo e dalle squadre che infinitamente l’amavano e si sollevarono a suo favore.
    Cosroe nel dilatar con l’armi i confini del dominio persiano, si era tanto inoltrato con le sue conquiste verso l’Oriente che avea tolto ad Asbite re di Cambaia il regno e la vita. Né dalla licenza de’ vincitori avea potuto salvarsi alcuno della regia famiglia, fuori che la principessa Emira figlia del sudetto Asbite, la quale dopo aver lungamente peregrinato persuasa alfine non meno dall’amore, che avea già concepito antecedentemente per Siroe, che dal desiderio di vendicar la morte del proprio padre si ridusse nella corte di Cosroe in abito virile col nome d’Idaspe, dove dissimulando sempre l’odio suo, incognita a ciascuno, fuori che a Siroe, ed introdotta da lui medesimo, seppe tanto avvanzarsi nella grazia di Cosroe che divenne il di lui più amato confidente. Sopra questi fondamenti tratti in parte dagli scrittori della storia bizantina ed in parte verisimilmente ideati si ravvolgono gli avvenimenti del drama.
    Le parole numi, fato, eccetera non hanno cosa alcuna di comune cogl’interni sentimenti dell’autore che si professa vero cattolico.
    La scena è nella città di Seleucia.
    La musica è del signor Nicola Porpora, maestro di cappella napolitano.
 
 
 MUTAZIONI DI SCENE
 
    Nell’atto primo: gran tempio dedicato al Sole con ara e simulacro del medesimo; camera interna di Cosroe negli appartamenti reali con tavolino e sedia.
    Nell’atto secondo: deliziosa reale con acque; appartamenti terreni corrispondenti a’ giardini con sedie.
    Nell’atto terzo: giardino; luogo angusto e racchiuso nel castello destinato per carcere a Siroe; luogo magnifico nella regia destinato per la coronazione di Medarse, ove siegue poi quella di Siroe.
    Pittore ed ingegnere delle scene il signor Alessandro Mauri. Compositore de’ balli il signor Domenico Dalmas. Maestro degli abbattimenti il signor Decio Berettini.
 
 
 INTERLOCUTORI
 
 COSROE re di Persia amante di Laodice
 (il signor Antonio Barbieri, virtuoso di sua altezza serenissima il principe d’Armstat)
 SIROE primogenito del medesimo e amante di Emira
 (il signor Giovanni Battista Minelli, virtuoso di sua altezza serenissima il principe d’Armstat)
 MEDARSE secondogenito di Cosroe
 (il signor Gaetano Valletti, virtuoso di sua maestà cesarea cattolica nella Cappella Imperiale di Milano)
 EMIRA principessa di Cambaia in abito da uomo sotto nome d’Idaspe amante di Siroe
 (il signor Giacinto Fontana da Perugia detto Farfallino)
 LAODICE amante di Siroe e sorella di Arasse
 (il signor Giovanni Maria Morosi, virtuoso della serenissima gran principessa Violante, governatrice di Siena)
 ARASSE generale dell’armi persiane ed amico di Siroe
 (il signor Giovanni Andrea Tassi da Perugia)