Ezio, Venezia, Buonarigo, 1728

 EZIO
 
 
    Dramma per musica di Artino Corasio, pastor arcade, da rappresentarsi nel famosissimo teatro Grimani di San Giovanni Grisostomo nell’autunno dell’anno MDCCXXVIII dedicato a sua eccellenza il signor conte di Harach, eccetera, eccetera, eccetera, cavagliere dell’insigne ordine del Toson d’oro, intimo consigliere attuale di stato di sua maestà cesarea cattolica, suo viceré, luogotenente e capitan generale del regno di Napoli.
    In Venezia, appresso Carlo Buonarigo, libraio in Merzeria, con licenza de’ superiori e privilegio.
 
 Eccellenza,
    sono da due stimoli efficacissimi indotto ad umiliare all’eccellenza vostra il presente drammatico componimento. L’uno per dare a tal composizione, che da celebre e famoso poeta è formata, l’ultima perfezione e splendore; e l’altro di appagare col presente mio ossequioso tributo la fervorosa mia divozione di presentarmi dinante alla distinta grandezza e nobiltà segnalata di personaggio sì grande e da per tutto ammirato. Ed invero da quel rango di onore, in cui l’invitto e sempre augusto Cesare vi ha trascelto, e l’impazienza in cui vive la bella Partenope, per godere sotto la dolcezza e giustizia del vostro comando, fanno ben chiaro al mondo tutto qual siete, grande per la nascita, illustre per i pensieri, clemente per i benefici, gentile per il costume, affabile per il tratto, generoso per il core e sopra tutt’altro giusto per l’operare. A voi dunque, eccellentissimo signore, la presente composizione rassegno, certo che vorrete ricoprirla colla vostra venerabile prottezione e generoso compatimento che sono istinti conaturali alla vostra grand’anima, protestandomi col più ossequioso impegnato dovere di vostra eccellenza umilissimo, devotissimo, obligatissimo servitore.
 
    Domenico Lalli
 
    Venezia li 20 novembre 1728
 
 
 ARGOMENTO
 
    Ezio illustre capitano delle armi imperiali sotto Valentiniano III ritornando dalla celebre vittoria de’ campi Catalaunici, dove disfece e fugò Attila re degli Unni, fu accusato ingiustamente d’infedeltà al sospettoso imperadore e dal medesimo condannato a morire.
    Autore dell’imposture contro l’innocente Ezio fu Massimo patrizio romano, il quale offeso già da Valentiniano, per aver questi tentata l’onestà della sua consorte, procurò infruttuosamente l’aiuto del suddetto capitano per uccidere l’odiato imperadore, dissimulando sempre artificiosamente il desiderio della vendetta ma conoscendo che il maggiore inciampo al suo disegno era la fedeltà di Ezio, fece crederlo reo e ne sollecitò la morte, disegnando di sollevar poi, come fece, il popolo contro Valentiniano, con accusarlo di quella ingratitudine ed ingiustizia, alla quale egli lo aveva indotto e persuaso. Tutto ciò è istorico, il resto è verisimile (Sigonio, De occidentali imperio; Prospero Aquitanio, Chronicon, eccetera).
    La scena si rappresenta in Roma.
    Le parole numi, fato, eccetera non hanno cosa alcuna di commune cogl’interni sentimenti dell’autore che si professa vero cattolico.
 
 
 MUTAZIONI DI SCENE
 
    Nell’atto primo: parte del Foro romano con trono imperiale da un lato, vista di Roma illuminata in tempo di notte con archi trionfali ed altri apparati festivi preparati per celebrare le feste decennali e per onorare il ritorno di Ezio vincitore di Attila; camere imperiali istoriate di pitture.
    Nell’atto secondo: giardini corrispondenti agli appartamenti imperiali; gallaria di statue con sedile imperiale, gran balcone aperto in prospetto, dal quale vista di Roma.
    Nell’atto terzo: atrio delle carceri con cancelli di ferro in prospetto che conducono a diverse prigioni; Campidoglio antico.
 
    La composizione della musica è del signor Nicola Porpora, maestro delle figlie del coro del pio ospitale degl’Incurabili.
 
 
 PERSONAGGI
 
 VALENTINIANO III imperadore amante di
 (il signor Domenico Gizzi)
 FULVIA figlia di Massimo patrizio romano, amante e promessa sposa di
 (la signora Lucia Facchinelli)
 EZIO generale dell’armi cesaree amante di Fulvia
 (il signor Nicola Grimaldi, kavaliere della croce di San Marco)
 ONORIA sorella di Valentiniano, amante occulta di Ezio
 (la signora Antonia Negri)
 MASSIMO patrizio romano padre di Fulvia, confidente e nemico occulto di Valentiniano
 (il signor Gioseppe Maria Boschi)
 VARO prefetto de’ pretoriani amico di Ezio
 (il signor Filippo Giorgi, virtuoso di camera di sua altezza serenissima la gran principessa di Toscana)
 
    Li balli sono d’invenzione del signor Francesco Aquilante, servitore attuale di sua altezza serenissima di Parma.
    Le scene sono invenzioni e direzioni delli signori Gioseppe e Domenico fratelli Valeriani, ingegnieri del teatro e pittori di sua altezza serenissima elettorale di Baviera.