Ezio, Roma, Zempel e de Mey, 1729

 EZIO
 
 
    Drama per musica di Pietro Metastasio, fra gli Arcadi Artino Corasio, da rappresentarsi nel teatro detto delle Dame nel carnevale dell’anno 1729, dedicato all’eminentissimo e reverendissimo principe il signor cardinale Niccolò Coscia.
    Si vendono nella libraria di Pietro Leone a Pasquino alla insegna di San Giovanni di Dio.
    In Roma, per il Zempel e il de Mey vicino a Monte Giordano, con licenza de’ superiori.
 
 Eminentissimo principe,
    non è di così lieve peso, com’altri crede, eminentissimo principe, un dramatico componimento. È il teatro una scuola, dove fra il piacere de’ rappresentati caratteri, delle commosse passioni e de’ meravigliosi ravvolgimenti beve, non volendo, il popolo quelle massime di virtù, le quali o si rincrescerebbe di procacciare dallo studio o si dorrebbe d’apprendere dalla propria esperienza. Giustificato in tal guisa il nostro ardire, nel presentare umilmente all’eminenza vostra questo drama, ci avanziamo a supplicarla ancora del suo autorevole patrocinio. Noi fortunati, se acquistandosi la presente opera e l’amore e l’ammirazione di Roma imiterà in qualche picciola parte la sorte del suo illustre protettore, i di cui felicissimi giorni il merito e la fortuna, con essempio poco comune, concordemente accompagnano. Ed al bacio della sacra porpora profondamente inchinandoci, ci protestiamo dell’eminenza vostra umilissimi, devotissimi, ossequiosissimi servitori.
 
    Li possessori del teatro
 
 
 ARGOMENTO
 
    Ezio illustre capitano dell’armi imperiali sotto Valentiniano III ritornando dalla celebre vittoria de’ campi Catalaunici, dove disfece e fugò Attila re degli Unni, fu accusato ingiustamente d’infedeltà al sospettoso imperadore e dal medesimo condannato a morire.
    Autore dell’imposture contro l’innocente Ezio fu Massimo patrizio romano, il quale offeso già da Valentiniano per avergli questi tentata l’onestà della sua consorte, procurò infruttuosamente l’aiuto del sudetto capitano per uccidere l’odiato imperadore, dissimulando sempre artificiosamente il desiderio della vendetta. Ma conoscendo che il maggiore inciampo al suo disegno era la fedeltà d’Ezio, fece crederlo reo e ne sollecitò la morte, disegnando di sollevar poi, come fece, il popolo contro Valentiniano, con accusarlo di quella ingratitudine ed ingiustizia alla quale egli l’aveva indotto e persuaso. Tutto ciò è istorico, il resto è verisimile (Sigonio, De occidentali imperio; Prospero Aquitanio, Chronicon, eccetera).
 
 
 PROTESTA
 
    Le parole numi, fato, eccetera non hanno cosa alcuna di comune cogl’interni sentimenti dell’autore che si professa vero cattolico.
 
 
 MUTAZIONI DI SCENE
 
    Nell’atto primo: I parte del Foro romano con trono imperiale da un lato, vista di Roma illuminata in tempo di notte con archi trionfali ed altri apparati festivi, preparati per celebrare le feste decennali e per onorare il ritorno d’Ezio vincitore d’Attila; II camere imperiali istoriate di pitture.
    Nell’atto secondo: III orti palatini corrispondenti agli appartamenti imperiali con viali, spalliere di fiori e fontane continuate, in fondo cadute d’acque, innanzi grotteschi e statue; IV gallaria di statue e specchi con sedili intorno, fra’ quali uno innanzi dalla mano destra capace di due persone, gran balcone aperto in prospetto, dal quale vista di Roma.
    Nell’atto terzo: V atrio magnifico con cancelli di ferro in prospetto che conducono a diverse prigioni; VI Campidoglio antico.
    Inventore ed ingegnere delle scene il signor Pompeo Aldobrandini.
    Inventore de’ balli il signor Pietro Gugliantini, virtuoso della serenissima gran principessa di Toscana.
 
 
 PERSONAGGI
 
 VALENTINIANO III imperadore amante di
 (il signor Carlo Scalzi)
 FULVIA figlia di Massimo, patrizio romano, amante e promessa sposa d’
 (il signor Giacinto Fontana detto Farfallino)
 EZIO generale dell’armi cesaree amante di Fulvia
 (il signor Antonio Barbieri, virtuoso di sua altezza il principe d’Armestadt)
 ONORIA sorella di Valentiniano amante occulta d’Ezio
 (il signor Pietro Morici)
 MASSIMO patrizio romano padre di Fulvia, confidente e nemico occulto di Valentiniano
 (il signor Gaetano Berenstadt)
 VARO prefetto de’ pretoriani amico d’Ezio
 (il signor Giovanni Ossi, virtuoso dell’eccellentissimo signor principe Borghese)
 
    La scena si rappresenta in Roma.
    Musica del signor Pietro Auletta, maestro di cappella dell’eccellentissimo principe di Belvedere.