La Didone abbandonata, Venezia, Bettinelli, 1733

 LA DIDONE ABBANDONATA
 
 
 ARGOMENTO
 
    Didone vedova di Sicheo, dopo esserle stato ucciso il marito da Pigmalione suo fratello re di Tiro, fuggì con immense ricchezze in Africa, dove comperato sufficiente terreno edificò Cartagine. Fu ivi richiesta in moglie da molti, e particolarmente da Iarba re de’ Mori, e sempre ricusò, dicendo voler serbar fede al cenere dell’estinto consorte. Intanto Enea troiano, essendo stata distrutta la sua patria da’ Greci, mentre andava in Italia, fu portato da una tempesta nelle sponde dell’Africa e ricevuto e ristorato da Didone, la quale ardentemente se ne invaghì; ma mentre egli compiacendosi dell’affetto della medesima si tratteneva in Cartagine, fu dagli dei comandato che abbandonasse quel cielo e che proseguisse il suo cammino verso Italia, dove gli promettevano che dovea risorgere una nuova Troia. Egli partì e Didone disperatamente, dopo avere invano tentato di trattenerlo, si uccise. Tutto ciò si ha da Virgilio, il quale con un felice anacronismo unisce il tempo della fondazione di Cartagine agli errori di Enea. Da Ovidio nel terzo libro de’ Fasti si raccoglie che Iarba s’impadronisse di Cartagine dopo la morte di Didone, e che Anna sorella della medesima, la quale chiameremo Selene, fosse occultamente anch’ella invaghita di Enea.
    Per comodità della rappresentazione si finge che Iarba, curioso di veder Didone, s’introduca in Cartagine come ambasciadore di sé stesso, sotto nome di Arbace.
    La scena si finge in Cartagine.
 
 
 PERSONAGGI
 
 DIDONE regina di Cartagine, amante di
 ENEA
 IARBA re de’ Mori sotto nome di Arbace
 SELENE sorella di Didone e amante occulta di Enea
 ARASPE confidente di Iarba ed amante di Selene
 OSMIDA confidente di Didone