Semiramide riconosciuta, Roma, Zempel e de Mey, 1729

 SEMIRAMIDE RICONOSCIUTA
 
 
    Drama per musica di Pietro Metastasio, fra gli Arcadi Artino, da rappresentarsi nel carnevale dell’anno 1729 nel teatro detto delle Dame, dedicato alle medesime.
    Si vendono nella libraria di Pietro Leone a Pasquino, alla insegna di San Giovanni di Dio.
    In Roma, per il Zempel e il de Mey vicino a Monte Giordano, con licenza de’ superiori.
 
 Alle dame.
    Non v’è di noi chi non conosca che quanto appartiene a questo teatro sia di vostra ragione; onde nel presentarvi la Semiramide riconosciuta non ne pretendiamo il merito d’una nuova offerta. Vogliamo bensì rammentarvi in tal guisa che quando vi degnaste di soffrire che il teatro sudetto si adornasse col vostro nome, vi obbligaste tacitamente a sostenere col vostro favore tutto ciò che in esso doveva in avvenire esser esposto al giudizio del publico, e che dipendendo da voi, siccome lo rendeste il più glorioso, il renderlo ancora il più fortunato, siate in debito di farlo.
    Che da voi dipenda non v’è chi ne dubiti, poiché ciascuno conviene che sia d’un peso incomparabile l’approvazione di quelle, le quali in questo forse più che in ogni altro clima favorite dal cielo, hanno giustamente così gran parte fra i pensieri e le cure degli animi più gentili.
    Che siate in debito di farlo lo richiedono la sollecita attenzione, con cui ci studiamo di compiacervi, ed il profondo rispetto, col quale ossequiosamente ci protestiamo umilissimi, devotissimi, ossequiosissimi servitori.
 
    Li possessori del teatro
 
 
 ARGOMENTO
 
    È noto per l’istorie che Semiramide ascalonita, di cui fu creduta madre una ninfa d’un fonte e nudrici le colombe, giunse ad esser consorte di Nino re degli Assiri, che dopo la morte di lui regnò in abito virile facendosi credere il picciolo Nino suo figliuolo, aiutata alla finzione dalla similitudine del volto e dalla strettezza colla quale vivevano non vedute le donne dell’Asia, e che alfine riconosciuta per donna fu confermata nel regno dai sudditi che ne avevano esperimentata la prudenza ed il valore.
    L’azione principale del drama è questo riconoscimento di Semiramide, al quale per dare occasione e per togliere nel tempo istesso l’inverisimilitudine della favolosa origine di lei, si finge che fosse figlia di Vessore re di Egitto, che avesse un fratello chiamato Mirteo educato da bambino nella corte di Zoroastro re de’ Battriani, che s’invaghisse di Scitalce principe d’una parte dell’Indie, il quale capitò nella corte di Vessore col finto nome d’Idreno, che non avendolo potuto ottenere in isposo dal padre fuggisse seco, che questi nella notte istessa della fuga la ferisse e gettasse nel Nilo per una violenta gelosia fattagli concepire per tradimento da Sibari suo finto amico, e non creduto rivale, e che indi, sopravivendo ella a questa sventura, peregrinasse sconosciuta e che poi le avvenisse quanto d’istorico si è accennato di sopra.
    Il luogo in cui si rappresenta l’azzione è Babilonia, dove concorrono diversi principi pretendenti al matrimonio di Tamiri principessa ereditaria de’ Battriani, tributaria di Semiramide creduta Nino.
    Il tempo è il giorno destinato da Tamiri alla scelta del suo sposo, quale scelta chiamando in Babilonia il concorso di molti principi stranieri, altri curiosi della pompa, altri desiderosi dell’acquisto, somministra una verisimile occasione di ritrovarsi Semiramide nel luogo istesso e nell’istesso giorno col fratello Mirteo, coll’amante Scitalce e col traditore Sibari, e che da tale incontro nasca la necessità del di lei scoprimento.
 
 
 PROTESTA
 
    Le parole numi, fato, eccetera non hanno cosa alcuna di comune cogl’interni sentimenti dell’autore che si professa vero cattolico.
 
 
 MUTAZIONI DI SCENE
 
    Nell’atto primo: I gran portico del palazzo reale corrispondente alle sponde de l’Eufrate; trono da un lato, alla sinistra del quale un sedile più basso, in faccia tre altri sedili; ara nel mezzo col simulacro di Belo deità de’ Caldei, gran ponte pratticabile con statue, navi sul fiume, vista di tende e soldati su l’altra sponda; II orti pensili.
    Nell’atto secondo: III sala regia illuminata in tempo di notte; varie credenze d’intorno con vasi trasparenti, gran mensa imbandita nel mezzo con quattro sedili d’intorno ed una sedia in faccia; IV appartamenti terreni.
    Nell’atto terzo: V campagna su la riva dell’Eufrate con navi che poi sono incendiate; mura de’ giardini reali da un lato con cancelli di ferro aperti; VI gabinetti reali; VII anfiteatro con cancelli chiusi dai lati, trono da una parte.
    Inventore ed ingegnere delle scene il signor Pompeo Aldobrandini.
    Inventore de’ balli il signor Pietro Gugliantini, virtuoso della serenissima gran principessa di Toscana.
 
 
 PERSONAGGI
 
 SEMIRAMIDE in abito virile sotto nome di Nino re degli Assiri, amante di Scitalce, conosciuto ed amato da lei antecedentemente nella corte d’Egitto come Idreno
 (il signor Giacinto Fontana detto Farfallino)
 MIRTEO principe reale d’Egitto, fratello di Semiramide da lui non conosciuta e amante di Tamiri
 (il signor Carlo Scalzi)
 IRCANO principe scita amante di Tamiri
 (il signor Gaetano Berenstadt)
 SCITALCE principe reale d’una parte dell’Indie creduto Idreno da Semiramide, pretensore di Tamiri ed amante di Semiramide
 (il signor Antonio Barbieri, virtuoso di sua altezza il principe d’Armestadt)
 TAMIRI principessa reale de’ Battriani amante di Scitalce
 (il signor Pietro Morici)
 SIBARI confidente e amante occulto di Semiramide
 (il signor Giovanni Ossi, virtuoso dell’eccellentissimo signor principe Borghese)
 
    La musica è del signor Leonardo Vinci, provicemaestro della Real Cappella di Napoli.
    Inventore degli abbattimenti il signor Decio Berrettini.
    Inventore degl’abiti il signor Giovanni Antonio Banci.