Semiramide riconosciuta, Madrid, Mojados, 1753

 SEMIRAMIDE RICONOSCIUTA
 
 
    Opera drammatica da rappresentarsi nel regio teatro del Buon Ritiro, festeggiandosi il gloriosissimo giorno natalizio di sua maestà cattolica il re nostro signore don Ferdinando VI, per comando di sua maestà cattolica la regina nostra signora, l’anno MDCCLIII.
 
 Sacra reale cattolica maestà,
    reca questo libretto a’ piedi della sacra reale cattolica maestà vostra la Semiramide riconosciuta, dramma ben noto dell’abbate Pietro Metastasio, ridotto anch’esso dal suo celebre autore con piena felicità all’uso di questo regio teatro e in ossequio de’ rispettabili cenni della maestà della regina mia signora destinato in quest’anno per cura mia a rinnovare i pubblici applausi e le gioconde memorie del vostro glorioso natale. Dopo contrassegni sì replicati e sì grandi della reale clemenza, con cui si degna la maestà vostra distinguere il mio riverente zelo e i miei fortunati sudori, ha preso così gran volo la mia fiducia che ardirebbe quasi di assicurarmi della benignissima accettazione della maestà vostra; ma servono troppo ad essa di freno la giusta diffidenza del mio scarso talento e quella profonda venerazione con cui mi farò sempre gloria di protestarmi della sacra reale cattolica maestà vostra umilissimo, ossequiosissimo e ubbidientissimo servitore.
 
    Carlo Broschi Farinelli
 
 
 ARGOMENTO
 
    È noto per l’istorie che Semiramide ascalonita, di cui fu creduta madre una ninfa d’un fonte e nutrici le colombe, giunse ad esser consorte di Nino re degli Assiri, e che dopo la morte di lui regnò in abito virile facendosi credere il picciolo Nino suo figliuolo, aiutata alla finzione dalla similitudine del volto e dalla strettezza colla quale vivevano non vedute le donne dell’Asia, e che alfine riconosciuta per donna, fu confermata nel regno dai sudditi che ne avevano esperimentata la prudenza ed il valore.
    L’azione principale del dramma è questo riconoscimento di Semiramide, al quale per dare occasione e per togliere nel tempo istesso l’inverisimilitudine della favolosa origine di lei si finge che fosse figlia di Vessore re di Egitto, che avesse un fratello chiamato Mirteo educato da bambino nella corte di Zoroastro re de’ Battriani, che s’invaghisse di Scitalce principe di una parte dell’Indie, il quale capitò nella corte di Vessore col finto nome d’Idreno, che non avendolo potuto ottenere in isposo dal padre fuggisse seco, che questi nella notte istessa della fuga la ferisse e gittasse nel Nilo per una violenta gelosia fattagli concepire per tradimento da Sibari suo finto amico, e non creduto rivale, e che indi, sopravvivendo ella a questa sventura, peregrinasse sconosciuta e che poi le avvenisse quanto d’istorico si è accennato di sopra.
    Il luogo in cui si rappresenta l’azione è Babilonia, dove concorrono diversi principi pretendenti al matrimonio di Tamiri principessa ereditaria de’ Battriani, tributaria di Semiramide creduta Nino.
    Il tempo è il giorno destinato da Tamiri alla scelta del suo sposo, quale scelta chiamando in Babilonia il concorso di molti principi stranieri, altri curiosi della pompa, altri desiderosi dell’acquisto, somministra una verisimile occasione di ritrovarsi Semiramide nel luogo istesso e nell’istesso giorno col fratello Mirteo, coll’amante Scitalce e col traditore Sibari, e che da tale incontro nasca la necessità del di lei scoprimento.
 
 
 MUTAZIONI DI SCENE
 
    Nell’atto primo: gran portico del palazzo reale corrispondente alle sponde dell’Eufrate, trono da un lato, alla sinistra del quale un sedile più basso per Tamiri, in faccia al sudetto trono tre altri sedili, ara nel mezzo col simulacro di Belo deità de’ Caldei, gran ponte pratticabile con statue, navi sul fiume, vista di tende e soldati sull’altra sponda; orti pensili.
    Nell’atto secondo: sala regia illuminata in tempo di notte, varie credenze intorno con vasi trasparenti, gran mensa imbandita nel mezzo con quattro sedili intorno ed una sedia in faccia; appartamenti terreni.
    Nell’atto terzo: campagna su le rive dell’Eufrate con navi che sono incendiate, mura de’ giardini reali da un lato con cancelli aperti; gabinetti reali; anfiteatro con cancelli chiusi dai lati e trono da una parte; luminosa reggia del Sole.
 
 
 PERSONAGGI
 
 SEMIRAMIDE in abito virile sotto nome di Nino re degli Assiri, amante di Scitalce, conosciuto ed amato da lei antecedentemente nella corte d’Egitto come Idreno
 (la signora donna Regina Mingotti, virtuosa di musica)
 TAMIRI principessa reale de’ Battriani amante di Scitalce
 (la signora donna Teresa Castellini, virtuosa di musica al servizio di sua maestà cattolica)
 SCITALCE principe reale d’una parte dell’Indie, creduto Idreno da Semiramide, pretensore di Tamiri ed amante di Semiramide
 (il signor don Filippo Elisi, virtuoso di musica)
 MIRTEO principe reale d’Egitto, fratello di Semiramide da lui non conosciuta ed amante di Tamiri
 (il signor don Emanuelle Cornacchini, virtuoso di musica)
 IRCANO principe scita, amante di Tamiri
 (il signor don Domenico Panzacchi, virtuoso di musica)
 SIBARI confidente ed amante occulto di Semiramide
 (il signor don Giacomo Veroli, virtuoso di musica)
 APOLLO
 
 Coro di corteggiani, popolo
 
    Comparse di nobili, guardie reali, paggi assiri con Semiramide; di nobili, guardie, paggi batriani con Tamiri; di egizzi con Mirteo, indiani con Scitalce, sciti con Ircano
 
    La musica è del signor don Niccolò Iomelli, maestro napolitano.
    Le scene sono invenzione del celebre pittore ed architetto signor don Antonio Iolli modonese.