Metrica: interrogazione
85 settenari (pezzi chiusi) in Il re pastore P2 
   Intendo amico rio
quel basso mormorio;
tu chiedi in tua favella
il nostro ben dov'è.
   Intendo amico rio...
   So che pastor son io
né cederei finor
lo stato d'un pastor
   Se poi lo stato mio
il ciel cangiar vorrà,
il ciel mi fornirà
   Si spande al sole in faccia
nube talor così;
e folgora e minaccia
sull'arido terren;
   ma poi che in quella foggia
assai d'umori unì,
tutta si scioglie in pioggia
e gli feconda il sen. (Parte)
   Di tante sue procelle
già si scordò quest'alma;
già ritrovò la calma
sul volto del mio ben.
   Fra l'ire delle stelle
se palpitò d'orrore,
or di contento il core
va palpitando in sen. (Parte)
   Vanne a regnar ben mio
ma fido a chi t'adora
serba se puoi quel cor.
   Se ho da regnar ben mio,
sarò sul trono ancora
il fido tuo pastor.
   Ah che il mio re tu sei!
Ah che crudel timor!
   Ah proteggete o dei
questo innocente amor.
   Al mio fedel dirai
ch'io son... ch'io venni... Oh dio.
Tutto il mio cor tu sai,
parlagli col mio cor.
   Che mai spiegar? Che mai
dirti di più poss'io?
Tu vedi il caso mio
e tu conosci amor. (Parte)
   Barbaro! Oh dio mi vedi
divisa dal mio ben;
barbaro, e non concedi
ch'io ne dimandi almen!
   Come di tanto affetto
alla pietà non cedi?
Hai pure un core in petto,
hai pure un'alma in sen. (Parte)
   Ogn'altro affetto ormai
vinca la gloria in te.
Parli una volta il re;
   Sempre un pastor sarai
se l'arte di regnar
pretendi d'imparar
   Ah tu non sei più mio.
Ah l'amor tuo finì.
   Così non dirmi oh dio.
Non dirmi oh dio così.
   Dov'è quel mio pastore?
Quel mio fedel dov'è?
   Ah mi si agghiaccia il core.
Ah che sarà di me!
   Io rimaner divisa
dal caro mio pastore!
No, non lo vuole amore;
no, non lo soffre Elisa;
no, sì tiranno il core
il mio pastor non ha.
   Ch'altri il mio ben m'involi
e poi ch'io mi consoli!
Come non hai rossore
di sì crudel pietà? (Parte)
   Se tu di me fai dono,
se vuoi che d'altri io sia,
perché la colpa è mia?
Perché son io crudel?
   La mia dolcezza imita.
L'abbandonata io sono;
e non t'insulto ardita,
chiamandoti infedel. (Parte)

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