Il progetto Metastasio è stato finanziato dall'ateneo patavino insieme al Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica.
Il gruppo che lo ha realizzato intendeva rendere disponibili i drammi per musica del poeta cesareo, in una lezione attendibile,
e insieme formulare una proposta di metodo applicabile ad altri ambiti della filologia. I testimoni,
acquisiti mediante una complessa recensio, si trovano presso la
Casa di Goldoni, in originale o in riproduzione. Con l'occasione, sono state recuperate alcune stesure dimenticate dopo la princeps,
fra cui l'Ezio veneziano del 1728, la Zenobia viennese del 1737 e le versioni madrilene, rivedute dal poeta cesareo ma non
censite da Sartori: Demetrio del 1751, Didone abbandonata del 1752, Semiramide riconosciuta del 1753 e Adriano in Siria del 1757.
Invece non è stato inserito L'impresario delle Canarie che compare adespoto nel 1724, manca in tutte e quattro le raccolte licenziate
dal poeta cesareo e non viene mai citato nel suo epistolario: dunque non esiste un motivo al mondo per attribuirglielo.
I risultati del progetto si possono leggere nell'edizione cartacea commentata condotta su H
(tre volumi con CD-ROM, Venezia,
Marsilio Editori, 2002-2004)
e in questo sito che contiene i 26 libretti di Metastasio nelle 141 redazioni licenziate o promosse dall'autore, curate in testo critico e dotate
ciascuna del proprio apparato. Il motore di ricerca permette svariate forme d'interrogazione all'interno del
corpus,
coadiuvate dal lessico o dall'
Indice di persone e luoghi che riporta tutte le varianti attestate nei quattro siti curati dal gruppo: oltre a questo, www.apostolozeno.it, www.carlogoldoni.it, www.variantiallopera.it.
Com'è noto, Metastasio interviene pesantemente rimaneggiando alcuni libretti e talvolta li riscrive di sana pianta in occasioni particolari,
adattandoli alla nuova piazza, alle bizze del
cast, all'esigenza del pubblico, alle
pretese della committenza e al mutamento del proprio gusto, in misura proporzionale al tempo concesso per ripensarci. Le redazioni d'autore, il cui numero varia da due per
Ruggiero a nove per
Didone e
Semiramide, sono state collazionate automaticamente,
mediante un apposito programma (
Synopsis), evidenziando le microvarianti in azzurro e le macrovarianti in giallo: si va da semplici discordanze grafiche a divergenze morfologiche e a mutamenti di doppie, scempie, elisioni o troncamenti, dalla presenza o assenza di licenze e paratesti a sostituzioni di lunghezza variabile che interessano singole parole o porzioni più vaste come arie cambiate in parte o per intero, tolte o aggiunte, recitativo tagliato e ricucito combinando quinari e settenari, pezzi d'assieme inseriti soprattutto nel secondo Settecento quando il concertato diventa di moda, scene o interi atti rielaborati. Soltanto sfruttando appieno il mezzo elettronico è
stato possibile rappresentare un simile confronto, altrimenti illeggibile su carta.
In molti casi, scorrendo le varianti evidenziate, è facile dimostrare
che l'autore è intervenuto fino all'ultimo, dando precise istruzioni seguite dal curatore in H,
qui citate in Apparato ad esempio per Didone o per La clemenza.
In altre circostanze si possono avanzare soltanto ipotesi: alcune forme, benché plausibili,
andrebbero attribuite all'editore veneziano in B, al curatore livornese Calzabigi, incline ai
toscanismi in Q, o allo stampatore di Torino in R; la forte patina che connota le principes
lagunari dei libretti (Siroe P1, Catone P2 e P3, Artaserse P2) si dovrà
all'usus scribendi locale; la mancanza di un verso in B, Q o R, non sempre restaurato in H,
dipenderà da un salto du même au même piuttosto che dalla volontà del poeta; e quest'ultimo,
benché da A-Wn 10279* si evinca una discreta attenzione ad elisioni e troncamenti,
non si sarà certo preso la briga di determinarli tutti. In ogni caso l'équipe che ha redatto
il progetto ha cercato di mettere a punto uno strumento di lavoro, ben consapevole del fatto che
ogni variante ha la sua storia; forse qualcuno la racconterà.
A.L.B.