Metrica: interrogazione
111 settenari (pezzi chiusi) in Ciro riconosciuto H 
   Basta così; t'intendo;
già ti spiegasti a pieno;
e mi diresti meno,
se mi dicessi più.
   Meglio parlar tacendo,
dir molto in pochi detti
de' violenti affetti
è solita virtù. (Parte)
   Ognor tu fosti il mio
tenero padre amante;
essere il tuo vogl'io
tenero figlio ognor.
   E in faccia al mondo intero
rispetterò regnante
quel venerato impero
che rispettai pastor. (Parte)
   Sciolto dal suo timor
par che non senta il cor
   Languidi gli occhi miei... (S’addormenta)
   Rendimi il figlio mio.
Ah mi si spezza il cor!
Non son più madre, oh dio!
   Qual barbaro sarà
che a tanto mio dolor
non bagni per pietà
   Sappi che al nascer mio...
                (Giurai tacer).
   Sappi che bramo anch'io...
             (Crudel dover!)
   Perché t'arresti ancora?
Perché cominci e cessi?
Ah, se parlar potessi,
quanto direi di più!
   Finger con chi s'adora...
Celar quel che si brama...
È troppo a chi ben ama
   Non so; con dolce moto
il cor mi trema in petto;
sento un affetto ignoto
che intenerir mi fa.
   Come si chiama, oh dio,
questo soave affetto?
(Ah, se non fosse mio,
lo crederei pietà). (Parte)
   Guardalo in volto; e poi,
se tanto core avrai,
   Come negli occhi suoi
l'immagine di un cor? (Parte)
   Cauto guerrier pugnando
già vincitor si vede;
ma non depone il brando,
ma non si fida ancor,
   che, le nemiche prede
se spensierato aduna,
cambia talor fortuna
col vinto il vincitor. (Parte)
   Parto; non ti sdegnar.
Sì, madre mia, da te
gli affetti a moderar
   Gran colpa alfin non è
se mal frenar si può
un figlio che perdé,
un figlio che trovò
   Dimmi, crudel, dov'è;
Barbaro ciel, perché
   Corrasi... E dove? Oh dei!
Chi guida i passi miei?
Chi almen, chi per mercé
   Perfidi, non godete
se altrove il passo affretto;
a trapassarvi il petto,
   Cadrò, se vuole il fato,
cadrò trafitto il seno;
ma invendicato almeno,
ma solo non cadrò. (Parte)
   Benché l'augel s'asconda
dal serpe insidiator,
trema fra l'ombre ancor
   che il muover d'ogni fronda,
d'ogni aura il susurrar
   No, non vedrete mai
cambiar gli affetti miei,
bei lumi, onde imparai
   Quel cor che vi donai
più chieder non potrei;
né chieder lo vorrei,
se lo potessi ancor. (Parte)
   Chi a ritrovare aspira
prudenza in core amante
quel senno che perdé.
   Chi riscaldar si sente
a' rai d'un bel sembiante
o più non è prudente
o amante ancor non è. (Parte)
   Astro felice, ah splendi
lieta la terra e il mar.
   Mai di sì bella stella

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