Metrica: interrogazione
83 ottonari in Antigono P1 
   Di vantarsi ha ben ragione
del suo cor, de' propri affetti
chi dispone a suo piacer.
   Ma in amor gli alteri detti
non son degni assai di fede.
Libertà co' lacci al piede
vanta spesso il prigionier. (Parte)
   Io non so se amor tu sei
che penar così mi fai;
ma se amor tu fossi mai
ah nasconditi nel sen.
   Se di nascermi nel petto
impedirti io non potei,
a morirvi ignoto affetto
obbligarti io voglio almen. (Parte)
   Sol che appresso al genitore
di morir tu mi conceda,
non temer ch'io mai ti chieda
altra sorte di pietà.
   A chi vuoi prometti amore;
io per me non bramo un core
che professa infedeltà. (Parte)
   Di due ciglia il bel sereno
spesso intorbida il rigore;
ma non sempre è crudeltà.
   Ogni bella intende appieno
quanto aggiunga di valore
il ritegno alla beltà. (Parte)
   Piango, è ver; ma non procede
dall'affanno il pianto ognora;
quando eccede ha pur talora
le sue lagrime il piacer.
   Bagno è ver di pianto il ciglio
ma permesso è al cor d'un figlio
questo tenero dover. (Parte)
   Non temer, non son più amante,
la tua legge ho già nel cor.
   Per pietà da questo istante
non parlar mai più d'amor.
   Dunque addio... Ma tu sospiri.
Vanne addio. Perché t'arresti?
Ah per me tu non nascesti!
Ah non nacqui, oh dio, per te.
   Che d'amor nel vasto impero
si ritrovi un duol più fiero
no possibile non è.
   Che pretendi amor tiranno;
a più barbari martiri
tutti or deggio i miei sospiri;
non ne resta un sol per te.
   Non parlar d'un incostante;
or son figlia e non amante;
e non merita il mio affanno
chi pietà non ha di me. (Parte)
   Benché giusto, a vendicarmi
il mio sdegno invan m'alletta;
troppo cara è la vendetta,
quando costa una viltà.
   Già di te con più bell'armi
il mio cor vendetta ottene
nello sdegno che ritiene,
nella vita che ti diè. (Parte con Clearco)
   Non partir bell'idol mio!
Per quell'onda all'altra sponda
voglio anch'io passar con te.
   Padre, sposa, ah dunque insieme
adorar potravvi il core
e innocente il cor sarà!
   Figlio amato.
                             Amata speme.
Chi negar potrebbe amore
a sì bella fedeltà.
   Se mostrandovi crudeli,
fausti numi, altrui beate...
Se tai gioie, o fausti cieli,
minacciando altrui donate...
Oh minacce fortunate,
oh pietosa crudeltà!
   Per contento, io mi rammento
de' passati affanni miei.
Io la vostra intendo, o dei,
nella mia felicità.
   Io la vostra intendo, o dei,
nella mia felicità.

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