Metrica: interrogazione
85 ottonari in Il trionfo di Clelia H 
   Ah celar la bella face
in cui pena un cor fedele
è difficile, è crudele,
è impossibile dover.
   Benché in petto amor sepolto,
prigioniero, contumace
frange i lacci e fugge al volto
con gli arcani del pensier. (Parte)
   Resta, o cara, e per timore
se tremar mai senti il core,
pensa a Roma e pensa a me.
   È ben giusto, o mia speranza,
che t'inspirino costanza
la tua patria e la mia fé. (Parte)
   Dei di Roma, ah perdonate
se il mio duol mostro all'aspetto,
nello svellermi dal petto
sì gran parte del mio cor.
   Avrà l'alma, avrà la palma
de' più cari affetti suoi;
ma è ben dura anche agli eroi
questa specie di valor.
   Sì, ti fido al tuo gran core.
Va', combatti, amato bene,
   Sì, ti fido al tuo bel core;
e il valor che or te sostiene
è sostegno al mio valor.
                Addio.
                               Morir mi sento.
Ah ricordati chi sei.
Proteggete, amici dei,
tanto amore e tanta fé.
   Quando accende un nobil petto,
è innocente, è puro affetto,
debolezza amor non è. (Partono)
   Sol del Tebro in su la sponda
non germoglia un bell'orgoglio,
d'alme grandi al Campidoglio
sol cortese il ciel non fu.
   Altre piagge il sol feconda;
v'è chi altrove il giusto onora;
scalda i petti altrove ancora
qualche raggio di virtù. (Parte)
   Io nemica! A torto il dici.
Gli hai nell'alma i tuoi nemici;
e con te l'altrui rigore
   Soffre pena assai funesta
un malvagio a cui non resta
altro frutto che il rossore
della sua malvagità. (Parte)
   Tanto esposta alle sventure,
tanto al ciel mi veggo in ira
che ogni zeffiro che spira
parmi un turbine crudel.
   Segna timido e incostante
orme incerte e mal sicure
né ritrova il piè tremante
un sentier che sia fedel.
   Ah ritorna, età dell'oro,
alla terra abbandonata,
se non fosti immaginata
   Non è ver; quel dolce stato
non fuggì, non fu sognato;
ben lo sente ogni innocente
nella sua tranquillità. (Parte)
   Oggi a te, gran re toscano,
della propria è debitrice
   Ed a me sarà poi grata
nelle età le più lontane
dalle eccelse alme romane
                            Gran re toscano...
Per te Roma oggi è felice.
della propria libertà.
   Ed a me sarà poi grata
   Oggi a te, gran re toscano,
della propria è debitrice

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