s'anche agli affetti miei
or sul monte, or sul piano
Perché? Forse i miei mali
Siam prigioniere entrambe;
siamo entrambe in Canopo;
Basta un ben che tu speri
Questi reali alberghi (Guardando curiosa intorno)
meco hai mentito aspetto,
Eccolo a' piedi tuoi. (Si getta in ginocchioni)
O fra boschi o sul trono,
Non rendono superbi, (Dal trono in piedi)
che da ogni labbro ascolto,
di nuovo avrai; ma questo
cacce, veltri, destrieri,
E pretendi... E non vuoi...
mi vuol servo e non sposo
Troppo, ah troppo io dispero.
del mio figlio il rifiuto
gl'incanti di quel ciglio,
oggi, che in ricche spoglie
abbian Nitteti, il regno,
Giusti dei! Qual favella! (Sorpreso)
perché un giorno ei divenga
legge ti diè quel ciglio,
Chi al genitor mai rese (Con curiosità ed allegrezza)
tutt'i tuoi pregi; approva
ch'io da quel labbro amato
son fuor di me. Che avvenne?
E scelto ha Beroe istessa...
Ma dove, oh dio, mi guidi?
pensar che a Beroe. È sola (Lampi)
Eh non turbarti; è questa
fra il contrasto de' venti,
mugge, biancheggia e l'onde
Ma vi sono, empie stelle, (Con intolleranza impetuosa)
renditi a queste squadre.
Ingrato! Ecco i bei frutti (Ironia lenta ed amara)
Sol nel primo delitto (Enfasi seria)
Qual rispetto, qual legge,
ei che ad esser mi astringe
Quest'è il rispetto? Ah questo
è il disprezzo più atroce,
mostri, incendi, tempeste
Custodi, olà, traete (Sammete è incatenato)
dunque nel cor d'un padre
facciam l'ultime prove). (In atto di partire)
che alla spoglia mi parve,
Tacete. Alcun di lui (Con molto sdegno)
reo dell'istessa pena. (Partendo)
va', se vuoi; non tel vieto;
non lascia il sacro albergo
gli uscisse mai dal labbro
Come! Sposo a Nitteti (Turbato)
Prence, pietà. La chiedo (Tenerissima)
Sì, lo conosco, (Con ilarità e fretta)
Dunque della tua morte (Grave, torbida e lenta)
Fermati. (Movendosi per avvicinarsi e trattenerla)
Affretti il colpo, (Solleva il braccio in atto di ferirsi)
pria che a lui t'incammini.
No, prence. I suoi confini
ah tu non sai... Ma quale
Ma qual gioia improvvisa, (Alla destra d’Amasi)
dov'è? Tanto al mio ciglio
Io Nitteti! (Esce Nitteti e l’ascolta)
Ah vieni, amata figlia, (Le va incontro, l’abbraccia e resta alla destra di Beroe)
te in fasce alla mia sposa
che a tutti, Aprio vivendo,